I benefici della neurocosmesi sulla nostra pelle
La pelle, senza dubbio, parla di noi: i nostri stati d’animo si manifestano anche attraverso delle reazioni cutanee, che possono presentarsi ad esempio in forma di herpes o eczema in caso di stress. È noto, ad esempio, come il cortisolo (l’ormone dello stress) possa provocare acne e dermatiti, ma anche influire sul sistema immunitario, sul sonno e persino aggravare l’invecchiamento cutaneo. La pelle, infatti, è un organo estremamente sensibile ed è strettamente collegato, attraverso le terminazioni nervose, a tutti gli organi del corpo. Come lo stress può influenzare in modo negativo, al contrario i profumi, le texture e persino i colori dei prodotti. I neurocosmetici possono avere un effetto positivo sulla skincare, rendendola di fatto un’esperienza polisensoriale.
La neurocosmesi si ripropone di stimolare i neurotrasmettitori che producono le endorfine e che quindi generano buonumore. La base della neurocosmesi è la ricettività della pelle, al fine di creare prodotti che non vengano semplicemente assorbiti dalla pelle, ma la stimolino, raggiungendo il sistema nervoso.
Generalmente di origine vegetale, gli attivi utilizzati nei prodotti neurocosmetici stimolano dopamina e serotonina (ormoni del buonumore), senza tralasciare però importanti effetti “meccanici” sulla pelle del viso, come la capacità di migliorare la microcircolazione, distendere i muscoli o le rughe: in quest’ultimo caso, il merito è dei peptidi, ovvero delle molecole di amminoacidi che favoriscono la reazione tra enzimi e recettori.
Questi prodotti apportano beneficio a qualsiasi tipo di pelle, e in linea teorica possono essere utilizzati anche sui bambini, sebbene la principale applicazione di questo tipo di cosmetici sia rivolto a contrastare gli effetti dello stress e dell’invecchiamento.