Questa settimana continuiamo a parlare dei nostri Rituali delle Dee, il ciclo di super- trattamenti in cui Alice e Michelle sfoderano tutte le loro armi, fondendo il campo della naturopatia con quello dell’estetica, in questi rituali innovativi ed altamente simbolici. Parliamo oggi della terza dea, Artemide, conosciuta come Diana presso i Romani. Il Rituale Artemide vede come protagonista la Dea della Caccia e degli Animali, simbolo di indipendenza, affermazione ed autosufficienza. In questo caso abbiamo scelto di dedicarci a un rituale di forte risveglio. La riflessologia del piede viene qui abbinata a digitopressioni e moxibustione sull’addome, sede (secondo la tradizione indiana) della nostra volontà personale: tratteremo soprattutto il sistema digerente, e poi il fegato e la muscolatura, che nella tradizione cinese fanno parte dell’elemento del Legno, e ci parlano di tutto ciò che ha che fare sia con l’aggressività che con il dinamismo. Questo perché Artemide è proprio l’archetipo della donna-guerriera, della sorella forte a cui chiediamo aiuto quando ci sentiamo in difficoltà, ma anche della donna che non ha paura di mostrarsi per ciò che è: Artemide non ha paura del confronto, e ci guida nelle scelte che ci portano verso l’indipendenza e l’autonomia. Artemide è la viaggiatrice solitaria, che con lo zaino in spalla prende il primo aereo verso una destinazione anche sconosciuta, e sa sempre cavarsela da sola, ed anzi prende l’arte di arrangiarsi come strumento evolutivo.
ARTEMIDE lo spirito indomito dentro la donna…
Per risvegliare in noi una Dea così dinamica, e per saperla gestire al meglio, abbiamo bisogno di elementi freschi ed attivanti, che di fatto ci restituiscano la nostra forza di volontà, il nostro carisma, la nostra audacia. Questo rituale, al contrario degli altri che culminano con il bagno, inizia proprio con il bagno, un bagno dinamizzante, con essenze di basilico, zenzero e curcuma. Dedichiamo poi un massaggio di circa 15 minuti a tutta l’area della schiena, con un olio al sesamo e all’arancio. Il massaggio si costituisce di digitopressioni (pressioni effettuate perpendicolarmente rispetto al corpo con la punta dei polpastrelli) delicate lungo la colonna vertebrale, che mutano poi in lenti scivolamenti eseguiti con tutto il palmo della mano; la manualità si intensifica gradualmente, fino a diventare profonda nel finale del massaggio, che termina sui muscoli della zona lombare. Questa pratica mira a stimolare tutta la circolazione, sciogliendo e rilassando i grandi gruppi muscolari della schiena. Come se agissimo su uno specchio, dopo la schiena lavoriamo l’addome, l’altra faccia della medaglia del nostro corpo. Inizialmente viene effettuato un massaggio decontratturante ai muscoli addominali, poi si passa alla digitopressione, prima a livello del plesso solare e poi a livello del tratto intestinale. Queste pressioni servono a sciogliere tensioni, contrastare i gonfiori dell’addome e stimolare la regolarità intestinale. Oltre alle digitopressioni, si effettuano anche manovre delicate a mani aperte, con andamento circolare. Si partirà, in questo caso, dall’ombelico, allargandosi gradualmente a tutto l’addome, per poi tornare al centro, in un movimento a ritroso. Nel rituale ARTEMIDE in abbinamento alle pressioni e ai massaggi addominali, viene effettuato un massaggio di riflessologia del piede, dedicato ai punti riflessi del sistema digerente: si va così a stimolare anche un corretto funzionamento ed un certo equilibrio del processo digestivo. Oltre allo stomaco e all’intestino, verrà stimolato in riflessologia anche il fegato, con i suoi alleati inseparabili: cistifellea e muscolatura, che nella medicina cinese formano un insieme inscindibile, che governa proprio i sentimenti di rabbia, odio e amore, importanti da gestire per una visione chiara della propria vita e dei propri obiettivi. Rilassare la muscolatura, vuol dire agire in connessione con il fegato, per drenare fuori dal corpo dei veri e propri blocchi energetici come, ad esempio, la rabbia repressa. Massaggi, digitopressioni, riflessologia ma anche un piccolo trattamento di moxibustione sull’addome. Questa è una tecnica antichissima, che ha origine dalla medicina cinese. Il suo scopo è stimolare il Qi, ossia l’energia vitale dell’organismo, che sta alla base del nostro benessere. Per farlo fluire correttamente e agire su eventuali blocchi o disarmonie, si può intervenire su particolari punti, gli stessi usati nell’agopuntura. Nel caso della moxa i punti vengono stimolati con il calore che aiuta il Qi a equilibrarsi, eliminando accumuli o cali di energia. Il calore viene generato da piccoli “sigari” di foglie essiccate di artemisia, che vengono posizionati a pochi cm dalla pelle, in corrispondenza dei punti da trattare. Il rituale va a terminare con un impacco VulcaTon, a base di un composto di sospensioni minerali; alla fine della posa, l’impacco viene tolto e viene applicato il gel VulcaTon, sempre a base di minerali vulcanici dall’attività tonificante, per un pieno di energia davvero rigenerante.