Di norma, le zone maggiormente colpite dalle macchie sono: viso, dorso delle mani, spalle, schiena e braccia. Tali discromie, nella maggior parte dei casi, sono solo un fastidioso problema estetico senza ripercussioni sulla salute, ma non vanno comunque mai sottovalutate perché possono rischiare di evolversi in melanomi.
Vediamo ora rapidamente i vari tipi di macchie esistenti.
Il melasma (o cloasma) è un disturbo caratterizzato da una concentrazione
non uniforme di melanina. La prima causa scatenante è, ovviamente, la massiccia esposizione al sole; in secondo luogo può dipendere da
variazioni ormonali estrogeniche (gravidanza, pillola contraccettiva), da uso di determinati cosmetici, profumi o farmaci, ma anche dallo stress
(manifestazione psicosomatica).
Le efelidi sono dovute ad una ipermelaninosi caratterizzata da piccole macchie di colorito bruno-chiaro ocra che si riscontrano frequentemente
nei soggetti con capelli rossi ed occhi azzurri. Si trasmettono geneticamente e compaiono fin dall’infanzia per poi aumentare con l’età, e
si accentuano con l’esposizione solare.
Le lentiggini (o lentigo) sono macchie iperpigmentate più scure, brune o nere, dalla forma rotondeggiante e regolare, e dalle dimensioni variabili: si
manifestano in genere in età adulta e si modificano poco con l’esposizione solare, oppure possono comparire in seguito a scottature solari, soprattutto
sul volto e spalle.
Le lentigo senili sono dovute ad un aumento del numero dei melanociti e
della melanina e sono frequenti nei soggetti in età avanzata. Da non confondere con la lentigo maligna, che rappresenta in realtà una tipologia
di melanoma.
L’ipercromia post-infiammatoria è il risultato di precedenti lesioni infiammatorie cutanee come acne, dermatosi infettive, dermatosi pruriginose, punture d’insetto. Possono insorgere anche dopo trattamenti
come peeling, laser, interventi chirurgici.
Le cheratosi di tipo seborroico sono lesioni benigne che insorgono verso i 50 anni, soprattutto, al volto. Sono ben definite e dipendono da una
predisposizione genetica e famigliare.
Le cheratosi di tipo attinico, invece, sono considerate dei carcinomi squamocellulari in situ, che si manifestano frequentemente nelle aree
fotoesposte in soggetti di carnagione chiara in seguito ad una esposizione al sole massiccia e cronica